Passeggiavo lungo la riva del lago, godevo del caldo temperato di una quasi sera di fine agosto. Poche persone in giro, ma c'era quella luce speciale, calda e avvolgente, che fa risplendere ogni particolare: i monti in lontananza, il castello d'Angera, le scie dei battelli tra le onde del lago, le foglie verdi dai rami degli alberi, le strisce pedonali rosse, l'asfalto grigio, le macchine, qualche nuvola, il cielo blu. Tutto brillava di una luce viva: sta iniziando il periodo più bello dell'anno, con quel misto di nostalgia per l'estate vissuta e un pizzico di curiosità per l'autunno ancora da vivere.
Passeggiavo e mi godevo tutte queste sensazioni e i pensieri già volavano alti. Forse troppo alti: mi son distratta un attimo a rincorrerli, e mi ritrovo sulle rive di un fiume asiatico.
Due borsoni ricolmi di insalata appoggiati sulla spiaggia, l'acqua di quel colore indefinito tipico delle rive, le onde che s'inseguono e s'allargano tra la sabbia e gli scafi delle imbarcazioni. Con lentezza, anzi: pigrizia. Due donne chine sull'acqua, i piedi immersi e le schiene ricurve: lavano la verdura con gesti consueti.
Se non avessi guardato oltre, verso i battelli della Navigazione del Lago Maggiore, avrei creduto di trovarmi in un 'altra dimensione. Per qualche minuto ho viaggiato più veloce della luce e sono stata sulle sponde di un fiume orientale.
Buon vento