Era l’ultimo giorno di vacanza, o giù di lì. Provavo un senso di pace con una punta di nostalgia in anticipo. Perché ancora la vacanza non era finita, ma ne sentivo già approssimarsi la mancanza.
Quel giorno siamo arrivati a Orta San Giulio con l’intento di prendere il battello e fare un giro sull’isola di San Giulio.
Orta è una meta vicina, l’abbiamo percorsa in largo (in lungo non ancora) ma non siamo mai stati sull’isola assieme. Perciò ci sentivamo come due veri turisti a caccia di bellezza e stupore: chiusi alla consuetudine, aperti allo sconosciuto.
Mi piace arrivare nel cuore del paese da metà altezza, percorrere la strada che dal mare di parcheggi sfiora i tetti del borgo, s’addentra tra i muri dei palazzi e sbuca sulla scalinata della chiesa. Se guardo in alto a sinistra, la sua facciata chiara s’illumina di sole; ma il mio sguardo corre subito in basso, oltre i gradini, verso la piazza, il Palazzotto, i tavolini vestiti di colore dei bar, in cerca del brillio solenne del lago d’Orta.
C’erano pochi turisti, oltre noi. Siamo saliti sul battello, lasciato a terra ogni pensiero e partiti alla scoperta. Un breve tratto, percorso con lentezza quasi a misura di sguardo curioso, che si posa sulle forme e i colori di pareti, finestre, darsene. E quando siamo sbarcati c’era un muro, degli scalini e una porta ad arco: di qua le acque placide sotto il blu del cielo, di là una storia diversa.
La scala sale alla basilica di San Giulio, antica quanto le leggende, e lì accanto inizia la strada che gira attorno all’isola, tra le facciate dei palazzi, scorci di lago, l’abbazia benedettina di clausura, piccoli spiazzi, fronde di giardini nascosti, strettoie, tetti e pareti di ardesia, antiche pietre e forme sinuose.
Un’insegna indica la via e dei cartelli a sbalzo sui muri riportano parole, frasi che, una dopo l’altra, in senso antiorario scrivono un messaggio (la Via del silenzio) e nel senso inverso ne scrivono un altro (la Via della meditazione). Quanto mi piace tutto ciò!
Iniziamo il giro dell’isola lungo la Via del silenzio.
Ascolta il silenzio.
Ascolta l’acqua, il vento, i tuoi passi…
Nel silenzio accetti e comprendi.
Nel silenzio accogli tutto.
Il silenzio è il linguaggio dell’amore.
Il silenzio è la pace dell’io.
Il silenzio è musica e armonia.
Il silenzio è verità e preghiera.
Nel silenzio incontri il Maestro.
Nel silenzio respiri Dio.
Poi ci giriamo e torniamo sui nostri passi, lungo la Via della meditazione.
Ogni viaggio comincia da vicino.
I muri sono nella mente.
Apri il tuo essere.
Il momento è ora, qui, adesso.
Abbandona l’io e il mio.
Accettati, cresci, matura.
Sii semplice, sii te stesso.
Il saggio sbaglia e sorride.
Se arrivi a essere ciò che sei, sei tutto.
Quando sei consapevole il viaggio è finito.
Ed è questo secondo messaggio – più del sole sull’acqua, più dell’acqua sui moli di pietra e legno, più dei moli abitati da gatti e gabbiani, più dei gabbiani contro il sole – a rendere magico e unico questo ultimo giorno di vacanza, o giù di lì.