Quando
Elena Cattaneo mi invita a partecipare a un laboratorio con la color designer Francesca Valan da
Homi, accetto al volo. Cosa c'è, infatti, di più emozionante di un colore? Forse solo la sua storia e la storia di chi lo studia.
Il colore è luce e materia, chimica e fisica, è religione e politica, società e cultura, arte e tecnologia. Usato da sempre per esprimere le sfumature dell'animo, nel corso del tempo e dell'uso e delle scoperte ogni colore ha parlato con voci diverse e nuovi significati.
Mi vien spontaneo pensare a Michel Pastoureau e al suo
Il piccolo libro dei colori, mentre Francesca Valan ci racconta chi è e cosa fa: progetta i colori dei nuovi prodotti industriali e in pratica studia i colori usati dal mondo del design negli ultimi sessant'anni per individuare sequenze, cicli e future tendenze. Un lavoro molto interessante, il suo.
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immagine di Monica Diari |
E così mi ritrovo in un viaggio nel tempo per scoprire l'evoluzione
del colore dagli anni Cinquanta in poi. Vuoi venire con me? Afferra la
mia mano e partiamo!
Anni Cinquanta. È il decennio dei
colori pastello combinati con i colori propri di pelle, legno e metallo:
nel mondo compaiono nuove tecnologie, nuovi modi di produrre, nuovi
materiali (la plastica innanzitutto) e un nuovo sentimento -
l'ottimismo. Si pensa positivo, potere al rosa!
Anni Sessanta.
Regnano i colori primari (grazie ai coloranti sintetici) - il rosso su
tutti, seguito da bianco e nero - e domina la plastica. Si affermano il
consumismo, i prodotti di massa a basso costo, la pop art e il design: è
un decennio in fermento.
Anni Settanta. I colori naturali
e della terra, i materiali privi di colore (trasparenze e riflessi) e
le forme essenziali e rigorose sono lo specchio di un grande cambiamento
nella società: la crisi energetica, la crisi politica, la crisi dei
valori, la tendenza verso la natura terrestre ed extra terrestre
(l'allunaggio).
Anni Ottanta. Da una parte il rigore del
nero associato ai metalli, dall'altra i fosforescenti, il blu elettrico e
i colori di tinte intermedie (viola, rosati, arancione) che ricoprono
gli oggetti frammentandoli in schegge colorate: sono gli anni della
ripresa economica, della tecnologia elettronica e del high tech.
Anni Novanta.
I colori sono legati a materiali naturali (metalli, legni, pietre,
vetri) e i materiali naturali sono legati a forme inedite - sottolineate
da pochi colori (bianco, nero, arancio, blu, porpora): si ritorna alla
purezza, all'essenziale, all'ecologia.
Inizio III millennio.
Nero e bianco, senza forma, con superfici rifinite e ogni tanto un
accento colorato (arancione, verde, fuxia) segnano il bisogno di
(in)seguire nuovi valori: sostanza e non apparenza, leggerezza,
semplicità.
Anni Dieci. I colori neutri naturali sono accesi dal turchese e dal giallo: non si veedevano in giro da almeno trent'anni.
Per me è un viaggio emozionante: di solito scelgo i colori per istinto e non mi
soffermo a pensare al loro significato o alla loro storia. Invece
dovrei, perché aggiunge quel pizzico di consapevolezza in più anche
nelle cose di tutti i giorni.
Dopo questo viaggio nel tempo, mi son fermata a pensare: non seguo le mode, ma rimango colpita da tutto quello che si avvicina al mio personale concetto di bello; scopro così, di essere rimasta agli inizi del III millennio ma con un baule pieno dei colori pastello e dei materiali naturali degli anni Cinquanta.
E tu, in quale ciclo cromatico ti riconosci?