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lunedì 15 maggio 2017

I santi di ghiaccio

"A mezzo maggio, coda dell'inverno."
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Quanto mi piace questa commistione tra numeri e santi dei giorni! 
Me li vedo, questi personaggi, con manti brillanti di cristalli e la brina sui baffi, avanzare con passo solenne nel bel mezzo della primavera. Tra le mani portano cubetti di ghiaccio su cui soffiano per raffreddare i giorni: portano il freddo invernale nel cuore della stagione più dolce.

In questi giorni il cielo è grigio, il vento è bizzarro, la pioggia assidua compagna. 
Cosa che avviene, però, dall'inizio del mese. 
Può capitare che in un giorno ci sia neve, pioggia, freddo, vento, schiarite, sole intenso e caldo, finalmente. 
Tutto è effimero, tutto è di passaggio: rimaniamo col naso all'insù e vediamo cosa accade.

lunedì 3 aprile 2017

Terzo aprilante

"Terzo aprilante quaranta dì durante."

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Oggi splende il sole in un cielo terso, con arietta sbarazzina. Significa che per tutto il mese e un toc sarà altrettanto bello? Me lo auguro.

Perché le ortensie in giardino sono piene di foglie e promettono grandi fioriture, e sulle viti in cortile spuntano boccioli verde-rosa e la curiosità mi divora.
Perché spero che i bulbi diano fiori colorati e duraturi, e le rose tornino a mostrarsi pudiche.
Perché sento forte il desiderio di giri in moto, di passeggiate lungo le sponde del lago, di attraversare boschi verdeggianti e giardini dai mille colori.

Finalmente è aprile.

giovedì 2 febbraio 2017

L'orso e la Luna

Candelora, luci e orsi: che giornata, oggi!

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Per predire come sarà l'annata nei campi, da decenni, secoli o forse millenni, stanotte i contadini guardano la Luna.
E osservano il comportamento dell'orso: se sentirà profumo di primavera, si sveglierà dal letargo e uscirà dalla caverna; se lo avvolgerà ancora il freddo invernale, continuerà a dormire.

Sarà pure Candelora - la festa della luce ritrovata e della rinascita della natura -, ma oggi piove, è tutto grigio e la primavera sembra solo un desiderio.
Eppure la Luna, visibile solo per il 30%, è in fase crescente: significa forse che la primavera arriverà (ma non subito) e l'annata sarà carina (ma non bella) e l'orso sbadiglierà e si gratterà la testa indeciso sul da farsi?
Forse.

lunedì 30 gennaio 2017

I giorni della merla

Le leggende parlano di merli dalle penne bianche, di un gennaio dispettoso, di giorni presi in prestito, di fuliggine dei camini e di una merla che, da bianca, ne diventa grigia.


Secondo la tradizione gli ultimi tre giorni di gennaio - o gli ultimi due e il primo di febbraio - sono i giorni più freddi dell'anno.
I contadini, osservandone il tempo, prevedevano il clima di febbraio e marzo. Ci proviamo?

Dunque, ecco come fare:

  • se oggi, 29 gennaio, fa molto freddo e c'è il sole significa che gennaio, per la maggior parte dei giorni, è stato  freddo e pieno di sole 
  • se domani, 30 gennaio, pioverà e sarà meno freddo si prevede un febbraio piovoso e meno freddo
  • se in questi tre giorni fa un gran freddo e magari nevica, la primavera arriverà in anticipo e sarà bella
  • se, invece, non saranno freddissimi, la primavera sarà fredda

Sul Lago Maggiore gennaio è stato un mese freddissimo, con cieli bigi prima e soleggiati poi. Oggi, sulle colline del Vergante, ci sono 7° C (più caldo rispetto ai giorni scorsi) e il sole è velato: febbraio sarà più mite, ma avremo una primavera fredda?
Spero proprio di no. Quasi quasi esco in giardino a far la danza della neve!

lunedì 9 gennaio 2017

La Luna e il Sole

Il tempo è la quarta dimensione: la realtà non è fatta solo di centimetri lineari, quadrati e cubi, ma anche - e soprattutto - di momenti, di attimi che sembrano ore e di ore lunghe quanto un battito di ciglia.

Luc Besson nel film Lucy afferma che il tempo è l'unica unità di misura della vita terrestre: senza, non ci sarebbe esistenza - e mi vien voglia di credergli.
Per me il tempo è una linea: si evolve a ritmo incostante, ma continuo, dal punto d'inizio all'infinito. Per alcuni ha la forma stessa dell'infinito, per altri è un cerchio il cui scorrere termina col suo inizio, anno dopo anno.

I giorni, le stagioni e gli anni possiedono un ritmo scandito da fenomeni precisi: è il ritmo della natura cui si adeguano tutti gli esseri viventi. Le persone li celebrano da sempre con riti, cerimonie e feste: ancora oggi, appena gli scintillii del Natale sono riposti negli scatoloni, si pensa già ai colori del Carnevale, ai sospiri di San Valentino, si immaginano già i decori per Pasqua.

La Luna e il Sole si avvicinano e s'allontanano dalla Terra secondo danze apparenti. Gli antichi agricoltori li seguivano costruendo imponenti calendari di pietra, i contadini di ieri e di oggi ne leggono i segni nei campi per conoscere in anticipo come sarà il raccolto. Questa saggezza popolare, fatta di millenni di osservazione, di lavoro, di coincidenze precise tra cielo e terra, prende forma nella meteorognostica - e ne voglio sapere di più!

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Intanto, la vita va avanti anno dopo anno. È il "tempo dell'eterno ritorno": alla fine del percorso tutto muore e tutto torna a rinascere - garanzia di sicurezza.

Buon vento e buon anno nuovo!

giovedì 19 marzo 2015

Il piccolo libro dei colori

Mi vesto di nero e vivo in una casa bianca, eppure i colori sono entrati nei miei pensieri e tra le mie parole passando da una porta speciale: la cultura. Li vedo sui murales della navigazione ogni volta che parcheggio ad Arona, li vedo scorrere negli ultimi sessant'anni con la color designer Francesca Valan e li ascolto raccontare la loro storia dalle pagine di un libro speciale: Il piccolo libro dei colori di Michel Pastoureau e Dominique Simonnet.

Michel Pastoureau è un antropologo e storico del colore francese esperto in simbologia. Sì, uno storico del colore: conosce i colori dalla loro storia, strettamente legata a quella dell'umanità, andando oltre le nozioni scientifiche dell'età moderna e indagandone il loro significato tra le fonti del passato.
Perché i colori sono sempre esistiti, creati e usati dalle persone per rappresentare le proprie idee fin dalla preistoria: in base alla facilità o meno di ottenerli e al loro utilizzo, esprimono un'anima, un carattere e un valore in mutamento nel corso dei secoli e dei millenni. Possiedono un codice segreto a cui tutti obbediscono inconsciamente. Ancora oggi.

Il colore è luce e materia: la luce delle fiaccole nelle grotte, delle lucerne a olio, delle candele, delle lampade a petrolio, delle lampadine a incandescenza, fino a quella dei neon e dei led; la materia della terra, degli animali e delle piante, diventata poi sintetica.
Il colore è simbolo e convenzione: quel che muta è la percezione, in base al progresso tecnologico, alle culture e alle epoche.
E così questa è la storia dei colori nella cultura occidentale, ricostruita in anni di studio dall'autore.

La storia dei colori.

In origine, nei tempi più antichi, esistevano tre colori fondamentali: il rosso, il bianco e il nero.
Poi, tra il 1100 e il 1200, nella cultura europea si aggiunsero altri tre colori di base: il giallo, il verde e il blu. Nel corso dei secoli sono stati investiti di significati diversi e oggi ciascuno di loro è un simbolo ambivalente (negativo e positivo); tranne il giallo - negativo tout court.

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Col passare del tempo sono arrivate le mezze tinte: il viola, l'arancio, il rosa e il marrone. Colori che hanno bisogno di un riferimento in natura (fiori e frutti) per essere identificati  e che incarnano nuovi simboli.
E il grigio, un colore a sé: non ha referenti in natura, ha un duplice simbolismo ed è conosciuto fin dall'antichità. È il colore che racchiude in sé tutti gli altri ed è ricco di sfumature - chi dipinge lo sa.

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Oggi esistono infinite sfumature di colori dai nomi poetici e un'identità "sfocata", senza simbologia ma solo un significato estetico: infinite sfumature, sebbene l'occhio umano ne può riconoscere solo duecento!

E se...

Se i colori non esistessero affatto? Insomma: i bambini ne contano tre, Aristotele quattro, gli studiosi di Oxford nel 1200 cinque o sei, Newton sei - poi s'è corretto aggiungendo l'indaco, ma solo perché al tempo la moda imponeva sistemi di sette o dodici elementi (dodici sarebbero stati davvero troppi). Se... un colore che nessuno guarda non esite? Lo afferma Goethe e lo dichiara Pastoureau.
E lo credo anch'io.
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Buon vento!

giovedì 12 febbraio 2015

Gennaio e febbraio tra animali e previsioni del tempo

Uno dei quattro venti della girandola rosa è l'antropologia. In fondo ogni archeologo è anche un po' antropologo: dà un significato ai simboli e ai rituali del passato, seguendo la scia di tradizioni ancora vive ai giorni nostri.
Eppure quante cose mi erano sfuggite! Finché ho incontrato un antropologo piemontese e ho scoperto un altro mondo, più contemporaneo, in cui animali, santi e allegorie si rincorrono lungo le pagine del calendario.

Merli, orsi, marmotte

Tra gennaio e febbraio si sentono risuonare gli echi di vecchi proverbi e qualche ritornello di canzoni popolari. C'è un mondo, là dentro, che sa più cose di quanto non dica: per esempio prevedere i fenomeni celesti dei mesi che verranno. Questa sapienza contadina si chiama meteorognostica, una parola scioglilingua che significa "conoscenza delle cose celesti": s'è formata nei secoli con l'osservazione del cielo e della natura da parte di quelle genti la cui vita dipende dalla natura e dalle condizioni climatiche.
E così, gli ultimi tre giorni di gennaio, i più freddi dell'anno, sono ricordati come i giorni della merla: pare che una merla bianca, nascosta in un comignolo per proteggersi dal gelido gennaio, ne sia uscita con le piume sporche di fuliggine e sia rimasta nera per sempre. Intanto i sapienti assaggiano l'aria: se è gelida, la primavera sarà dolce; altrimenti, la primavera sarà fredda.
Il due febbraio, invece, è la notte dell'orso e il giorno della marmotta. In momenti diversi della giornata, si risvegliano dal letargo, escono dal rifugio invernale e osservano il cielo: se la marmotta vede la sua ombra (e quindi splende il sole) e se l'orso vede la luna piena, entrambi tornano nella loro tana. La primavera tarderà ad arrivare: l'inverno sarà più lungo e l'annata agricola difficile.

Non conosco merle, o marmotte, né orsi, quindi cerco di ricordare com'erano quei giorni... Durante i giorni della merla nevicava, ma il primo di febbraio splendeva un sole fantastico e faceva caldo. Il giorno della marmotta era leggermente coperto, ma nella notte dell'orso c'era luna quasi piena. Aiuto, cosa significa?

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Però ho incontrato una nutria...

Ora sono curiosa: conosci qualche detto popolare o proverbio contadino per prevedere come sarà la primavera in arrivo?

mercoledì 28 gennaio 2015

Homi: la storia dei colori

Quando Elena Cattaneo mi invita a partecipare a un laboratorio con la color designer Francesca Valan da Homi, accetto al volo. Cosa c'è, infatti, di più emozionante di un colore? Forse solo la sua storia e la storia di chi lo studia.
Il colore è luce e materia, chimica e fisica, è religione e politica, società e cultura, arte e tecnologia. Usato da sempre per esprimere le sfumature dell'animo, nel corso del tempo e dell'uso e delle scoperte ogni colore ha parlato con voci diverse e nuovi significati.
Mi vien spontaneo pensare a Michel Pastoureau e al suo Il piccolo libro dei colori, mentre Francesca Valan ci racconta chi è e cosa fa: progetta i colori dei nuovi prodotti industriali e in pratica studia i colori usati dal mondo del design negli ultimi sessant'anni per individuare sequenze, cicli e future tendenze. Un lavoro molto interessante, il suo.
 
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immagine di Monica Diari
E così mi ritrovo in un viaggio nel tempo per scoprire l'evoluzione del colore dagli anni Cinquanta in poi. Vuoi venire con me? Afferra la mia mano e partiamo!
Anni Cinquanta. È il decennio dei colori pastello combinati con i colori propri di pelle, legno e metallo: nel mondo compaiono nuove tecnologie, nuovi modi di produrre, nuovi materiali (la plastica innanzitutto) e un nuovo sentimento - l'ottimismo. Si pensa positivo, potere al rosa!
Anni Sessanta. Regnano i colori primari (grazie ai coloranti sintetici) - il rosso su tutti, seguito da bianco e nero - e domina la plastica. Si affermano il consumismo, i prodotti di massa a basso costo, la pop art e il design: è un decennio in fermento.
Anni Settanta. I colori naturali e della terra, i materiali privi di colore (trasparenze e riflessi) e le forme essenziali e rigorose sono lo specchio di un grande cambiamento nella società: la crisi energetica, la crisi politica, la crisi dei valori, la tendenza verso la natura terrestre ed extra terrestre (l'allunaggio).
Anni Ottanta. Da una parte il rigore del nero associato ai metalli, dall'altra i fosforescenti, il blu elettrico e i colori di tinte intermedie (viola, rosati, arancione) che ricoprono gli oggetti frammentandoli in schegge colorate: sono gli anni della ripresa economica, della tecnologia elettronica e del high tech.
Anni Novanta. I colori sono legati a materiali naturali (metalli, legni, pietre, vetri) e i materiali naturali sono legati a forme inedite - sottolineate da pochi colori (bianco, nero, arancio, blu, porpora): si ritorna alla purezza, all'essenziale, all'ecologia.
Inizio III millennio. Nero e bianco, senza forma, con superfici rifinite e ogni tanto un accento colorato (arancione, verde, fuxia) segnano il bisogno di (in)seguire nuovi valori: sostanza e non apparenza, leggerezza, semplicità.
Anni Dieci. I colori neutri naturali sono accesi dal turchese e dal giallo: non si veedevano in giro da almeno trent'anni.

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Per me è un viaggio emozionante: di solito scelgo i colori per istinto e non mi soffermo a pensare al loro significato o alla loro storia. Invece dovrei, perché aggiunge quel pizzico di consapevolezza in più anche nelle cose di tutti i giorni.
Dopo questo viaggio nel tempo, mi son fermata a pensare: non seguo le mode, ma rimango colpita da tutto quello che si avvicina al mio personale concetto di bello; scopro così, di essere rimasta agli inizi del III millennio ma con un baule pieno dei colori pastello e dei materiali naturali degli anni Cinquanta.
E tu, in quale ciclo cromatico ti riconosci?

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