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mercoledì 26 novembre 2014

Il giardino dei ricordi

Non ti capita mai di sovrapporre due ricordi di diversa natura e non sapere più quale sia la realtà e quale la fantasia? A me a volte succede. 
Domenica scorsa siamo stati a Varese, una città che ho nel cuore, perché qui sono nata e ho passato le mie estati da bambina. È un luogo dell'anima, circonfuso della luce ovattata dell'infanzia. Proprio mentre passeggiavo con il marito e il cane nei giardini di Palazzo Estense, sono tornati a galla dei ricordi intrecciati tra di loro. 

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Molti anni fa (ma molti molti) avevo letto il libro Peter Pan nei Giardini di Kensington e mi aveva lasciato il ricordo lieve di bambini che giocano a una fontana, aiuole fiorite delimitate da cordoli a forma di sassi appuntiti, alberi alti, viali e vialetti che s'incrociano l'uno all'altro e poi s'allontanano a dar forma a nastri di ghiaia, piccole fate nelle corolle dei fiori e i colori delle ombre e del sole attraverso i rami e oltre le siepi. Della trama non ricordo più nulla, ma l'ambientazione mi è molto precisa.
Molti anni dopo (ma molti molti), mi stavo recando al Museo Archeologico di Villa Mirabello per motivi di studio e mi sono ritrovata ad attraversare lo stesso giardino. Come mi sono stupita! Nella mia memoria i Giardini Estensi si erano trasformati nei Giardini di Kensington, ero sicura di averli incontrati solo nel libro e quasi mi aspettavo di vedere le fate uscire dai fiori e venirmi incontro.
Poi, pian piano, si sono risvegliati altri ricordi: io, la mamma e la nonna che passeggiamo lungo i vialetti all'ombra dei pergolati; il trenino che passa sotto la galleria; una giostrina appesa alla parete di una casetta, io seduta su una navicella spaziale che ruota dall'alto verso il basso poi di nuovo in alto e in mezzo la luna sorridente a cui cerco di toccare il naso; il disco infinito della fontana, dove mi fermo a guardare le barchette a vela sospinte dai bambini. 

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Domenica mi sono divertita a farmi prendere per mano da questi ricordi e a rincorrerli sul far della sera. Mentre il Baldo andava a caccia di nuovi odori e il marito ascoltava paziente le mie esclamazioni di gioiosa scoperta.

Buon vento dei ricordi...
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