Torino è una città che non conosco. Sono una "piemontese per caso" e le mie origini mi portano a Milano. In questa punta estrema, poi, siamo talmente lontani dal resto del Piemonte da sentirci più affini ai lombardi: raggiungere Torino con i mezzi di trasporto pubblici è un'avventura rocambolesca.
La storia stessa ci ha resi milanesi prima che piemontesi.
In ogni caso, eccomi di nuovo a zonzo per Torino.
Il bello di Torino è che scendi dal treno e sei già in centro: e dal centro raggiungi i quartieri interessanti con una passeggiata corroborante. Quasi sempre col naso all'insù.
Nella mia testa ho disegnato una mappa della città: non credo corrisponda alla realtà, ma con queste coordinate riesco a orientarmi e ogni volta aggiungo una strada in più.
A grandi linee ecco la mia mappa mentale di Torino:
Venerdì sono stata nel Quadrilatero Romano e nel Quartiere Vanchiglia. Due realtà diverse: se il primo mi affascina per il profumo persistente di storia antica, l'altro mi riserva sorprese inaspettate - come la Fetta di Polenta.
In realtà si chiama Casa Scaccabarozzi, dal nome della moglie dell'architetto Antonelli, che l'ha progettata nell'Ottocento. Sì, quell'Antonelli che dà il suo nome alla Mole e alla cupola di San Gaudenzio a Novara.
È un palazzo portentoso: a base triangolare, è alto e lungo 27 m con una facciata di 5 m e il retro di soli 70 cm! Si dice che Antonelli l'abbia progettato e vi abbia abitato in seguito a una scommessa...
Mi sono fermata, l'ho fotografato (nonostante la luce fioca), ho letto la targa e ho immaginato: ci sarà il bagno in quei 70 cm? Oppure un ripostiglio? La scala no di sicuro e nemmeno il salotto...
Mi appunto mentalmente di informarmi, per saperne di più. Torino è una città tutta da scoprire: con calma, scarpe comode (ma eleganti) e tanta curiosità.