Mi accorgo di essere tornata a casa dai profumi forti e inebrianti, dai colori violenti ed effimeri delle piante del lago.
Marzo, il glicine. Aprile, l’azalea. Maggio, il rododendro. Giugno, l’ortensia, il gelsomino, il tiglio.
E l’odore intenso di verde ubertoso, sul confine dei boschi e sulla sponda del lago. E l’odore salmastro e pungente del lago, che ricorda il mare ma è qualcosa di più.
Mi accorgo di essere tornata a casa dal desiderio - spuntato come un fiore a primavera - di raccontare la bellezza intangibile, quella raccolta dai cinque sensi, che rimane indelebile in una parte nascosta del mio cervello.
Ritorno a casa, perché - finalmente ho capito - lontano non ci so stare. Qui è dove mi ricarico l’anima, mi riempio di storie, esercito la mia fantasia, mi sento pienamente me stessa.
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